Un vino così non poteva che essere prodotto nella terra del sole, del mare, dei caratteri forti e passionali: signore e signori, vi presento il Nero d’Avola!
Qualche curiosità sull’origine del nome: Cala è la forma dialettale di Calea o Caleu, sinonimi di Rracina ovvero uva; Aulisi indica “Aula” ovvero il comune di Avola in dialetto siciliano quindi l’insieme di Calea e Aulisi (uva di Avola) dà Calaulisi che è stato italianizzato in Calabrese. Per questo motivo, il nome del vitigno è “Calabrese”, ma non perché ha origine in Calabria!
La zona tipica della produzione di Nero d’Avola è infatti l’area sud-est della Sicilia compresa nei territori di Avola, Noto e Pachino anche se oggigiorno questo tipo di vite è diffusa in tutta la Sicilia su una superficie di 12.000 ettari.
In questa zona negli ultimi dieci anni sono nate moltissime nuove imprese che hanno investito nell’impianto di nuovi vigneti, preferibilmente a controspalliera o con il tradizionale alberello portato in Sicilia dai Greci fra il VIII e il VII secolo A.C, più costoso e meno produttivo, ma con rese qualitativamente superiori sia dal punto di vista organolettico che del potenziale d’invecchiamento; è un vino destinato a grande invecchiamento, anche oltre dieci anni se ben conservato. Il vitigno Nero d’Avola ha un grappolo piuttosto grande, con un acino medio dal colore blu scuro, con una buccia abbastanza sottile. Adesso chiudete gli occhi e acuite i sensi: vino fermo color rosso scuro dai riflessi rubino; gusto intenso e strutturato; profumo fruttato di mirtillo, ciliegia, mora, prugna, amarena e floreale di viola, carruba e cacao con un retrogusto di cannella e liquirizia. Complesso vero?! Credo che il fascino di questo rosso risieda proprio nella sua complessità gustativa e olfattiva; è un vino deciso, ma sfuggente a un’immediata caratterizzazione.
Il Nero ha un’elevata gradazione alcolica che raggiunge i 15 gradi perciò è considerato un vino da taglio che ha lo scopo di correggere alcune caratteristiche di altri vini, soprattutto gradazione alcolica e colore. Nonostante ciò alcune aziende siciliane decisero di farne un vino da tavola con nuove tecniche di vinificazione. Ai nostri giorni, talvolta è utilizzato per il blending con vini come il Merlot, il Cabernet-sauvignon e soprattutto con il Syrah o autoctone Siciliane, quali il Frappato (come nel caso del Cerasuolo di Vittoria DOCG) o il Perricone, il Nerello Cappuccio ed il Nerello Mascalese.
Tra le migliori cantine della Sicilia, Tasca d’Almerita e Donnafugata hanno contribuito in questi anni a dare impulso all’enologia della regione, rendendo il Nero d’Avola noto anche all’estero. Mi limito ad indicare alcuni vini DOC e DOCG prodotti con uva Nero d’Avola:
Alcamo, Contea di Scalafani, Contessa Entellina, Delia Nivolelli, Eloro, Erice, Mamertino, Menfi, Noto e Monreale, Salaparuta, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice, Sciacca, Sicilia e Siracusa.
Questo vino si abbina molto bene ai formaggi e alle carni, soprattutto se arrostite e va servito ad una temperatura di circa 18°C.
Dalle origini della narrazione di profumi e sapori, per questo e molto altro c’è Wines and Secrets.
Nadia Caristo.