Tastevin. Vita, morte e miracoli.

Tutti, anche noi “del settore” abbiamo sempre preso un po’ in giro quelli che lo indossano, perché diciamocelo, un po’ goffo lo è. Ne ho sentite tante, dalla “ma chi è quel pinguino con quella ciotola appesa al collo?” a “Passami il posacenere”, io stesso ci ho distribuito le caramelle gommose nel viaggio di ritorno dopo il diploma da sommelier (ma solo per vedere le reazioni dei miei amici e perché ovviamente non potevo mangiare tutte le caramelle da solo perché fanno male). Scherzo non fanno male.

Ma che cos’è il Tastevin?

Questo medaglione che vediamo sempre appeso al collo ai nostri colleghi A.I.S, e che viene consegnato dopo il diploma dall’ Associazione? quale è la sua Storia?

Ha un origine molto antica, la sua forma così come la conosciamo oggi nasce in Francia verso il XVII secolo, era uno strumento in realtà perfetto per tutti coloro che ogni giorno lavoravano con il vino. Data la scarsa quantità all’epoca di bicchieri di buona fattura, il tastevin era l’unico che poteva dare una valutazione visiva e organolettica al vino in esame. Il materiale è argento, per la capacità che ha di dissolvere l’anidride solforosa dei vini bianchi giovani, ha una forma circolare con un diametro di 8 cm e profondo 2, la bolla in sospensione che ha nel centro non deve mai essere superata dal vino. Intorno alla curvatura si trovano 8 sfere concave, utili per l’esame visivo dei vini rossi, mentre simmetricamente dall’altra parte, vediamo delle curvature di forma allungata, utili per l’esame visivo dei vini bianchi. Le sfere nel centro servono per ossigenare più facilmente il vino quando lo si fa ruotare intorno al centro. Unica pecca è per l’esame olfattivo secondo me, data la forma molto aperta, ma dipende ovviamente dal vino.

Ne esistono di 2 tipi : bordolese e borgognone. Il bordolese presenta un manico piatto, a differenza del borgognone che è anche dotato di un anello, che ne favorisce l’impugnatura.
Il modello più utilizzato è sicuramente il Borgognone, peraltro oggetto simbolo dell’Associazione Italiana Sommelier.

Data la facilità odierna nel trovare per fortuna bicchieri di qualità,oggi il tastevin è un simbolo, un ornamento che ci fa ricordare quanto antico in realtà è il lavoro dell’esperto dei vini, e di chi aveva l’onore e la grande responsabilità di farlo bere agli altri.

Curiosità : In Francia nel 1934 nasce una confraternità, la “Confrérie des Chevaliers du Tastevin” , viva e vegeta ancora oggi con circa 12mila Cavalieri, che possono essere eletti solo dopo una selettiva selezione e solo da 2 Cavalieri già membri, con lo scopo di portare avanti il grande tesoro dei vini francesi e soprattutto quelli della Borgogna agli occhi del mondo.

Trattatelo meglio per chi lo ha ricevuto e non prendete (troppo) in giro chi lo indossa, Il Tastevin è un oggetto storico che ci rappresenta e rappresenta questo bellissimo universo.

3 cose da non fare quindi con il Tastevin :

  1. Se ci mettete l’orecchio dentro non sentirete la voce di Louis Roederer.
  2. Se volete provarlo, non con le bollicine. Con quelle non funziona.
  3. Non è per niente fico indossarlo e iniziare un motivetto rap atteggiandosi come Eminem in 8mile.

Per tutto il resto, per tutto ciò che vale una buona storia che hai piacere di ascoltare, per te c’è Wines and Secrets.

Francesco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *