Siete andati a Solo Vino?

Io sì e ora vi racconto la mia esperienza.

Quale era il tema di questa edizione? I vini cugini di cui abbiamo parlato nello scorso articolo “Vini Cugini” appunto. (Vi vedo preparati!! Bravi i nostri lettori!!) Ricordiamo che per “cugini” intendiamo vitigni con stesso genoma o poco differente, che piantati in territori diversi e curati con pratiche vitivinicole variabili per tradizione, danno caratteristiche che li distinguono anche tra di loro, per via della caratterizzazione dell’area di produzione.

I vitigni presenti a Solo Vino erano divisi per “cuginanza”. Sono partito forte, il mio primo banco di prova…ehm, volevo dire di assaggio, è stato quello del Nebbiolo!

Il Nebbiolo, principe di Langa e Roero, un’uva normalmente piccola composta da grappoli molto grossi e compatti di colore blu violaceo. Questo vitigno riesce a dare luce ad un vino molto strutturato in alcol e tannini, leggermente scarico di colori, solitamente rosso rubino chiaro, dal profumo di susine e frutti di bosco. Nelle zone più a nord di Piemonte e Lombardia prende il nome di Chiavennasca. Mano a mano che si sale con la latitudine e con l’altezza, il Nebbiolo cambia terreno, clima e mano, arriva ad avere un tannino più morbido e piacevole, l’alcol si fa meno presente (perde a volte un 1%vol, in questo modo fa meglio a noi!!). Cambiando zona i suoi profumi si fanno più accentuati e ricordano l’odore di fiori e di frutta rossa estiva.

Le aziende presenti: Chiusumma (Piemonte), Rinaldi (Piemonte), ARPEPE (Lombardia), Produttori del Barbaresco (Piemonte), Cascina Cà Rossa (Piemonte), Antoniotti (Piemonte), Alberto Oggero (Piemonte-Roero), Cascina Fornace (Piemonte-Roero), Valfaccenda (Piemonte-Roero).

Un altro vitigno presente all’evento e da tutti conosciuto è il Vermentino. La sua uva è di colore verde tendente al giallo ed è coltivato anche su tutte le coste del Mediterraneo (in Francia e Spagna è chiamato Rolle o Roll). Meno conosciuti i suoi cugini minori circoscritti in alcune zone.

Per primo la Favorita, tipico vitigno del Roero e delle Langhe, dall’uva color verdino chiaro quasi bianca trasparente. I profumi e l’acidità qui sono molto accentuati e davvero piacevoli, merito dei terreni sabbiosi del Roero e delle marne delle Langhe.

Degustazione di Pigato, Vermentino e Favorita.

L’altro cugino è il Pigato, chiamato così perché, dopo l’invaiatura si possono distinguere sull’acino delle macchioline scure, l’acino è di un giallo intenso quasi oro. Questo vitigno è tipico del Ponente ligure, in cui è presente anche il Vermentino. Il Pigato viene spesso coltivato a ridosso del mare o in colline poco distanti, in terreni di argilla rossa. Nel vino spicca l’intensità di sapore e il corpo. Il suo grado alcolico non è mai percepito come fastidioso. La sua caratteristica principale? L’ acidità! che ha in comune con il cugino Vermentino. Il Pigato, però, si differenzia nei profumi, più complessi. Degustandolo potrete sentire il caratteristico aroma di miele di castagno.

L’ultimo presente, ma non meno importante, è il Vermentino Sardo (ajo!!!). Questo vino tiene in sé tutte le caratteristiche di profumo e acidità tipiche del Vermentino, pagando solo un piccolo sconto in profumo per ricevere tutta la corposità data dalle rocce sarde, un vermentino davvero unico.

Per questo vitigno erano presenti: Bruno Franco (Piemonte), Cantina Careglio (Piemonte), BioVio (Liguria), Le Rocche del Gatto (Liguria), Testalonga (Liguria), Deperu Holler (Sardegna).

Se vi ho incuriosito con questi piccoli cenni di degustazione, non potrete certo perdervi i prossimi assaggi!

… to be continued
solo su Wines and Secrets
Gianmaria Langellotto

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